Pubblico qui gli appunti incompleti del viaggio a Tokyo del 2012 (incompleti perchè il viaggio iniziato il 6 aprile si è concluso il 20, mentre gli appunti si fermano all’11)
Questo è il link per vedere le foto del viaggio: https://www.flickr.com/photos/elena86/albums/72157629574543982
06 aprile 2012 – vigilia della partenza
Venerdì sera pesante a lavoro, avrò finito tutto? Non mi sarò scordata qualcosa? In ufficio non c’è più nessuno, la pace regna sovrana, adoro questi momenti, si è più concentrati, si riesce a fare il doppio delle cose… Metto il fuori sede nella posta, chiudo la cassaforte e spengo la luce. Chiudo la porta, ma è proprio vero? Non ci credo ancora che domani iniziano le mie ferie. Timbro il cartellino, esco ed entro in macchina. Non mi sembra vero, domani parto per Tokyo (pensa piano Elena, non sei ancora arrivata a casa)… Autostrada, faccio passare i 15 minuti che mi separano da casa in un modo così prudente che mi spavento. Arrivo, entro in casa, c’è solo la mia gatta Hope ad attendermi, ovviamente si è addormentata sui vestiti dentro la valigia ancora incompleta che avevo lasciato aperta… Penso a tutte le cose che devo ancora mettere dentro e mi sorprendo ancora una volta di quanti pochi vestiti ho… Spero che in hotel a Tokyo ci siano le lavatrici a gettoni altrimenti mi toccherà comprare da vestire… Chiudo la valigia, preparo lo zaino e la borsa ed eccomi di nuovo in auto verso Gualtieri… Arrivo a casa di Luca che sono già le 9 di sera… Mangiamo qualcosa e dritti a letto, domani mattina sveglia alle 4 e mezza…
07 aprile 2012 – il visto per Pechino
Suona la sveglia, ancora incredula mi vesto e scendiamo, giù c’è già Paolo che ci aspetta… Passiamo a prendere il Kenny e via verso Malpensa… Possibile che questa volta vada bene? Ci crederò solo quando sarò là… Andiamo direttamente a fare il check-in, la tipa ha ancora i postumi del venerdì sera e ci chiede se abbiamo il visto… Il visto? Per il Giappone non serve il visto! Ah, scusate pensavo che foste diretti a Pechino… -__- Bevi meno, c’è scritto Tokyo! Facciamo colazione e via al gate, pronti per fare il volo più corto della nostra vita, Malpensa-Zurigo! :)
Non fanno in tempo a darci da bere che siamo già atterrati.
Un giretto in duty-free ed eccoci pronti per il nostro primo volo intercontinentale. La fortuna (nostra sconosciuta) ha fatto in modo che ci fosse un overbooking in economy e quindi io e Luca viaggeremo in business class per la felicità del Kenny, relegato nella zona “bestiame”… Ci sentiamo un po’ fuori luogo, ma ci facciamo presto l’abitudine… Stiamo comodi anche se non riusciamo a chiudere occhio. Cavolo la Russia non finisce più…
08 aprile 2012 – la giornata più lunga della nostra vita
Ed ecco le prime luci dell’alba del giorno dopo, atterriamo a Tokyo! Sono così stanca che non me ne rendo conto… “Welcome to Narita International Airport”… Ma è vero? Ci mettiamo in fila e aspettiamo il nostro turno per il controllo del passaporto, impronte digitali e foto. 1 ora di fila. Ritiriamo le valigie e altro controllo. Perché sei qui? Che lavoro fai? Ecc… Ok. Andiamo a ritirare il nostro cellulare giapponese a noleggio che ci farà spendere meno per le nostre telefonate intercontinentali. E via verso la stazione. Ecco, mettiamoci in coda per fare la Suica (la tessera prepagata per girare sulla metro di Tokyo) e il biglietto del Narita Express per arrivare alla stazione di Shinjuku. 1 ora di attesa. Io mi accascio prima. Mi sento debole e prima di assaggiare il duro pavimento riesco a sedermi. Da quante ore siamo in piedi? E’ meglio non saperlo. Finalmente abbiamo tutto quello che ci serve e andiamo al binario. Il treno arriva. E’ bellissimo. Fanno scendere tutti e poi sale un incaricato per vagone che in 10 minuti pulisce e gira i sedili in modo che siano nel verso giusto in cui va il treno… Rimaniamo a bocca aperta. Un treno così da noi lo chiamano Frecciarossa e costa “lira” o “l’ira” di dio… Ok, saliamo. Ci aspetta 1 ora e 40 di viaggio. Non dobbiamo addormentarci, altrimenti è finita. Ma la stanchezza è tale che gli occhi si chiudono da soli. Forza. Arriviamo a Shinjuku. Usciamo dalla stazione e siamo in mezzo ai grattacieli. Come si fa ad orientarsi in mezzo ai grattacieli? La valigia si fa più pesante passo dopo passo. Il mio ginocchio destro malandato urla vendetta, ma non si può mollare proprio adesso, dobbiamo trovare l’hotel. Ed ecco che lo scorgiamo, sembra un nano in confronto ai palazzi intorno, ha solo 25 piani. Entriamo e non troviamo la hall. Ma come? Vediamo solo ristoranti, un mini-market… ah, la hall è al 3° piano… c’è la coda anche per fare il check-in… aspettiamo mezz’ora prima del nostro turno… finalmente tocca a noi… eh, no… le camere ce le danno alle 2 del pomeriggio e adesso è mezzogiorno… se avessi avuto le forze avrei aggredito l’uomo check-in… lasciamo le valigie in deposito e ci avventuriamo nell’hotel, scoprendo la miriade di ristoranti e la presenza di un altro mini-market… ritorniamo nella hall e ci sediamo sui divanetti, siamo a pezzi… si fanno le 2, finalmente si va in camera, 7° piano (così in basso? :))… ci facciamo una doccia, ci cambiamo e telefono Sascha, il mio ex collega, per avvertirlo che siamo pronti e ci diamo appuntamento al Gyoen Park, sempre nel quartiere di Shinjuku… prendiamo un taxi, ed eccoci nel casino ordinato tradizionale giapponese… è l’ora di chiusura del parco e centinaia di persone stanno uscendo, è un flusso continuo e ordinato, siamo scossi… non vogliamo entrare nel flusso controcorrente, rimaniamo in disparte nella speranza che Sascha ci trovi… dopo mezz’ora eccolo, finalmente ci ha visto! Ci porta a casa sua. Togliersi le scarpe è d’obbligo ma non è un problema x noi… Ad aspettarci troviamo Kenichi che ci accoglie con una tazza di tè… Diamo a Sascha 2 bottiglie di Martini come regalo, so che ne va pazzo e poi è l’ora dell’aperitivo!! :)
Ed ecco Saba-chan, la piccola gatta di casa che gioca con i nostri zaini… la prendo in braccio, è buonissima… come si fa a non amare una bestiolina del genere? Sascha vuole assolutamente che assaggiamo il Natto, pesce essiccato dal gusto particolare che di solito disgusta noi occidentali… invece è buonissimo! Ed ecco il vino, non poteva mancare! Sascha ci fa vedere la sua terrazza con panorama sullo skyline di Shinjuku… veramente bello, ma incomincia a far freddo… ci prepariamo ed usciamo per andare a fare il secondo aperitivo in un bar delle vicinanze… come facciamo a reggerci ancora in piedi non lo so… i ragazzi incominciano a bere della birra a volontà, io mi fermo dopo il primo bicchiere di vino, so bene di aver superato i limiti del mio corpo, non posso andare oltre… quando i ragazzi son ben carburati ecco che finalmente andiamo a cena… andiamo in una izakaya, letteralmente significa birreria, in realtà è una trattoria dove servono cibo tradizionale… i ragazzi sono così ubriachi che ordinano a caso… non è un problema, quello che ci arriva è tutto ottimo! L’Italia e il Giappone hanno diverse cose in comune, una di queste è l’ottimo cibo. Il Mc Donald non ci avrà mai! :) Finita la cena ringraziamo e salutiamo Sascha e Kenichi, prendiamo un taxi e via in albergo. Finalmente possiamo coricarci! Domani sveglia alle 10, non prima!
09 aprile 2012 – Hanami
Ecco ora iniziamo a ragionare. Avevamo bisogno di questa dormita. Ora dobbiamo assolutamente fare colazione. Usciamo dall’albergo, attraversiamo le strisce pedonali e ci ritroviamo al Shinjuku Chuo Park… la giornata è stupenda, i ciliegi sono al massimo della loro fioritura, sono veramente spettacolari e in questa parte di mondo gli danno l’importanza che meritano… anche a Vignola son pieni di ciliegi, perchè andare dall’altra parte del mondo? La gente che non capisce può smettere di leggere anche adesso…
Arriviamo al Tokyo Metropolitan Government Building, 2 grattacieli alti più di 50 piani… entriamo in uno dei 2 e troviamo un posto dove sederci e fare colazione, la catena si chiama Tully e spendiamo in totale 1700 yen… cosa? Quasi 17€ di colazione? E’ un po’ cara, non possiamo permettercelo, domani di sicuro non veniamo qui… Riprendiamo a camminare e decidiamo di prendere la metro per andare al Gyoen Park a contemplare i ciliegi… All’entrata ci perquisiscono, non vogliono che si portino alcolici… Nonostante sia lunedì, c’è parecchia gente qui al parco. Ci sediamo e ci rilassiamo, è proprio una bella giornata. Arrivano le 2 del pomeriggio ma non arriva la fame, siamo ancora scombussolati dal fuso orario. Decidiamo di fare una passeggiata per il parco. Arriviamo davanti a una casa da tè. Decido che dobbiamo assolutamente fare questa esperienza. All’entrata troviamo una macchinetta, mettiamo dentro i soldi e ci stampa i biglietti d’ingresso, 700 yen a testa. Nella casa ci sono diversi tavoli, le persone vengono accolte da una signora di più o meno 70 anni, vestita con l’abito tradizionale, man mano che la gente esce, fa accomodare la gente in coda all’entrata… E’ il nostro turno, siamo gli unici occidentali, la signora ci fa accomodare, ci porta il tè verde e un dolcetto. Il tè verde è amarissimo ma buono, il dolcetto è bellissimo e dolcissimo… così dolce che ci nausea… Ed ecco la scena che mi sveglia dall’incredulità di essere veramente a Tokyo… Nel tavolo di fronte al nostro si alza una coppia di anziani giapponesi, hanno finito il loro tè… L’uomo aspetta che arrivi la signora del tè e si salutano con un inchino… E’ un inchino così profondo, un segno di rispetto che non ha paragoni… Mi viene un magone in gola che mi andrà via solo a sera… Pelle d’oca… sì Elena, adesso puoi dire di essere in Giappone… facciamo passare così il pomeriggio, sorpresi da qualsiasi piccolezza, qui tutto funziona, qui tutto è pulito, è veramente un altro mondo… camminiamo per Shinjuku, è solo un quartiere di Tokyo ma è grosso come una città… ci lasciamo trascinare dal flusso continuo di gente, entriamo in stazione perchè è anche un centro commerciale, io ho bisogno di mangiare qualcosa di salato, il dolcetto mi ha veramente nauseato, devo bilanciare… trovo un mini-market, compro un pacchetto di patatine, pago con la Suica… sì, perché la tessera prepagata della metro si può usare anche per fare la spesa, fantastico… adoro la praticità giapponese… incominciamo a sentire la stanchezza, quindi ci avviamo verso l’albergo… ci diamo appuntamento per la cena e andiamo in camera per fare un doccia… è veramente comodo avere a disposizione una decina di ristoranti a portata di ascensore… dopo aver vagliato le varie offerte, decidiamo di provare il ristorante italiano… io sono convinta che i piatti italiani vadano provati in qualsiasi parte del mondo… entriamo e vediamo scritta sul muro la frase “tutte la strada portano a Roma”… avrei voluto dire alla cameriera “guarda che c’è un errore, si scrive così…” ma poi mi son detta che era meglio lasciar stare, l’errore rende il tutto più folkloristico… decidiamo per la margherita, vediamo come la fanno a 9000 km di distanza… ed ecco la sorpresa! La pizza è ottima! La migliore pizza estera mai mangiata! Bene ora possiamo andare a dormire, domani il jet lag sarà solo un ricordo.
10 aprile 2012 – l’Imperatore e il primo ministro inglese
Andiamo a fare colazione da Starbucks. Sbagliatissimo! Spendiamo in totale 2000 yen, circa 20€ in 3! Ma stiamo scherzando? Non è possibile… E’ la colazione che è cara qui in Giappone o stiamo andando in posti cari? Bo!
Andiamo in stazione e decidiamo di andare a Marunouchi per vedere i giardini del palazzo imperiale… ebbene sì, solo i giardini perché scopriamo dalla guida che il palazzo imperiale è visitabile solo 2 giorni all’anno… mentre ci guardiamo attorno per capire dov’è l’entrata un ragazzo in bicicletta si ferma e ci chiede se vogliamo che ci faccia una foto… il Lando mi guarda sorpreso ma risponde di sì… il Kenny non si fa fotografare… ringraziamo ma il Lando e il Kenny non capiscono la buona intenzione del ragazzo e infatti incamminandoci verso l’entrata ammettono che il loro pensiero era quello che volesse fregarci la macchina fotografica… ma perché, mi dico io? Sono anni che ci documentiamo sul Giappone e i Giapponesi e loro hanno il coraggio di pensare male?? io avrei messo la mano sul fuoco sull’onestà di quel ragazzo, siamo in Giappone ragazzi! Il jet lag è ancora tra noi, non ci rendiamo ancora conto di chi abbiamo di fronte o semplicemente siamo abituati a vivere in un posto dove bisogna stare all’erta per evitare di essere fregati… il parco è gigantesco, facciamo non so quanti km… poi ci dirigiamo verso l’entrata del palazzo ma delle guardie deviano il percorso di tutte le persone presenti… vediamo che mettono una linea di demarcazione per terra e capiamo che nessuno tranne le guardie devono stare al di là di questa linea… all’inizio pensiamo che l’imperatore debba uscire da palazzo (andrà bene anche lui a far spesa? :)) ma poi capiamo dai turisti di fianco a noi che sta per arrivare il primo ministro inglese David Cameron in visita ufficiale… e infatti dopo pochi minuti ecco che arrivano la polizia, la scorta e l’auto blu… la folla fa presto a dissiparsi… ci incamminiamo verso un parco dove al centro troviamo una statua di un samurai a cavallo, veramente impressionante… l’ora di pranzo è già passata da un po’, la fame non si fa sentire quindi ci fermiamo in un chiosco e prendiamo solo un gelato… siamo veramente stanchi, perché non abbiamo un conta passi con noi? Solo per renderci conto di quanta strada facciamo… Durante il giorno porto il tutore alla caviglia come prescrizione del fisiatra, ma il problema è il ginocchio che ogni tanto fa cric-croc e mi ricorda soprattutto quando faccio le scale che c’è qualcosa che non va’… Ma non mi perdo d’animo, ho la fortuna di conoscere persone disabili che girano il mondo, la loro tenacia mi da forza per non abbattermi… Arriva sera e con lei arriva anche la fame… Cosa offre l’albergo? Ci ispira “l’omino macchinetta”, ribattezzato successivamente “Pokazzu”… Praticamente è una specie di trattoria (se ne trovano ovunque a Tokyo) dove all’entrata ci sono nelle macchinette che ti fanno scegliere quello che vuoi mangiare e bere, dopo aver messo i soldi ti rilasciano lo scontrino che poi bisogna dare direttamente al cuoco… Il problema è che è tutto scritto in ideogrammi ma per fortuna sui tasti ci sono dei numeri che corrispondono alle fotografie delle varie pietanze… Dopo mezz’ora di consultazione e traduzione quindi abbiamo in mano gli scontrini ed entriamo nella trattoria, li diamo al cuoco e dopo 5 minuti abbiamo il nostro vassoio con la nostra cena. La qualità è quella che è ma non ci possiamo lamentare, abbiamo speso 6-7 euro a testa… L’odore della trattoria poi non è dei migliori, mi ricorda la mensa CIR della zona industriale di Correggio (infatti sono anni che non ci vado)… Dopo aver fatto queste considerazioni, finiamo la cena e andiamo a bere qualcosa al “Billy Stand”, rinominato subito “Billy Ballo”… La cameriera è vestita come una cow-girl… ecco adesso penserete subito male… Diciamo che è vestita in stile country, ok? :) Il locale è minuscolo ma oltre ad avere tante birre fa anche da mangiare, buono a sapersi…
11 aprile 2012 – La Yebisu Biru e il tour in giapponese
Guardando le previsioni meteo decidiamo che è meglio fare qualche museo interessante per non prendere la pioggia… Finalmente troviamo un posto vicino all’hotel dove fare colazione non è un lusso, Doutor! E’ una catena giapponese di caffè, più vecchia di Starbucks. Spendiamo 400 yen a testa, mitico! Bene, ci dirigiamo verso Ebisu. Prima tappa, il Tokyo Metropolitan Museum of Photography. Prendiamo i biglietti per le mostre di Robert Doisneau e Horino Masao. Le mostre meritano veramente, sono contenta di averle viste. Dopo le foto decidiamo di vedere il museo della birra Yebisu. L’entrata del museo sembra una hall di albergo 5 stelle, scendiamo le scale e andiamo alla biglietteria. Parlano qualche parola di inglese ma non è sufficiente, allora il Kenny si lancia con le sue conoscenze di giapponese e alla fine ci danno i biglietti per il tour del museo della durata di 40 minuti, ovviamente tutto in giapponese. Ci fanno accomodare nella sala di attesa, anche questa iper-lussuosa, siamo gli unici occidentali che si avventurano in questo tour, chissà perché! Arriva la nostra guida, ed ecco che inizia il tour intuitivo, ascoltiamo e cerchiamo di capire… Capiamo solo le parole Yebisu e Biru (cioè birra)… Arriva il momento degli assaggi, ci sediamo ad un tavolo e ci danno ben 2 bicchieri di birra, una chiara ed una rossa… Sarà mezzogiorno e abbiamo lo stomaco vuoto, KAMPAI! Alla fine del tour scopriamo che la nostra guida parla un po’ di inglese, ci ringrazia della pazienza e si scusa con un inchino. No problem, ci siamo divertiti un sacco! Usciamo dal museo 5 stelle e ci dirigiamo verso un centro commerciale lì vicino. C’è Starbucks, pranziamo lì? Ma sì, vediamo quanto spendiamo… Alla fine non spendiamo tanto, allora perché la colazione è cara? Mah, misteri giapponesi! Il cielo è grigio ma non piove più. Ci spostiamo a Marunouchi per vedere il museo d’arte moderna. Usciamo dalla metro e inizia a piovere. Arriviamo all’entrata del museo ma ci dicono che alle 17 chiude, sono le 16:30. Niente, lo visiteremo un altro giorno.