L’autunno è da molti considerata una stagione triste e inutile, che fa finire l’estate e fa aspettare tanto il Natale. Noi invece pensiamo che sia una stagione da vivere a pieno, con i suoi colori dorati, la luce dai toni più caldi e le temperature più fresche. Il paesaggio attorno a noi cambia, gli alberi si spogliano, le persone si coprono. Apprezzare e vivere tutte le stagioni e le loro caratteristiche ci permette di vivere con consapevolezza ogni giorno soprattutto in questo mondo frenetico che ci spinge sempre a correre verso il domani.

Per godersi l’autunno quindi cosa c’è di meglio di immergersi nei suoi colori?
Ecco perchè in molti vanno alla ricerca del luogo perfetto per ammirare il “foliage” (in italiano fogliame). E pensando a dove vedere il foliage, l’Appennino Tosco-Emiliano è sempre un’ottima idea.
Cerreto Alpi di certo non viene in mente come primo luogo ma l’abbiamo scelto proprio per questo, perchè è un posto incantevole ma poco conosciuto, non è “rovinato” dal turismo di massa e ci auguriamo che rimanga così. Crediamo che il turismo, non debba consumare i luoghi e le persone che ci vivono ma, debba diventare rispettoso e sostenibile e questo piccolo borgo ci dà speranza.
Ma come ci siamo arrivate qui? Grazie ad una birra artigianale!
Ebbene sì, quando il gusto incontra la curiosità si fanno delle belle scoperte.
La birra che ci ha risvegliato i sensi è la Roggen Rauch Seidla, prodotta dal Birrificio Dada di Correggio (RE), è una birra affumicata alle castagne. Ed è stato proprio questo ingrediente, la castagna, che ci ha incuriosito tanto e che abbiamo scoperto arrivare proprio da Cerreto Alpi grazie al lavoro della Cooperativa “I Briganti del Cerreto”.

Questo borgo di 60 anime, a 960 mt di altitudine e a 70 km da Reggio Emilia, è vivo grazie al coraggio e alla filosofia di vita che hanno i “Briganti”. Il loro nobile obiettivo da quasi 20 anni è quello di contrastare lo spopolamento dell’Appennino, recuperando i boschi abbandonati (tra cui i castagneti), ristrutturando alcuni alloggi all’interno del borgo per accogliere i viaggiatori (una stalla, un metato e un mulino), riscoprendo la tradizione e la lavorazione di un prodotto importante del territorio come la castagna grazie al recupero e la rimessa in funzione di un antico metato. E’ veramente straordinario il lavoro che è stato fatto e continua a fare questa cooperativa e siamo contente di aver vissuto qualche ora in questa realtà.
La nostra giornata a Cerreto Alpi è iniziata con un buon caffè preso al bar del circolo all’ingresso del paese, dove abbiamo lasciato l’auto. Da lì abbiamo proseguito a piedi, camminando per le stradine del borgo, godendoci gli scorci, la bellezza delle case in pietra, il buon odore della legna che brucia nelle stufe e i gatti che girano tranquilli per le vie. Ogni tanto ci siamo fermate a leggere le diverse citazioni, sparse qua e là sui muri del paese, prese dal libro “Casa d’altri” di Silvio D’Arzo, pseudonimo di Ezio Comparoni, scrittore reggiano la cui madre era originaria di Cerreto Alpi. Nel centro del paese incrociando gli abitanti ci si saluta come si fa di solito in montagna, un’abitudine purtroppo persa altrove. Abbiamo trovato anche un cagnolino che ci ha accompagnato per tutta mattina facendoci da guida tra il paese e il sentiero (abbiamo scoperto solo dopo che si chiama Silvio ed è il cane dei genitori di Erika).
Abbiamo imboccato il sentiero 649 che porta verso il Lago Pranda e a Cerreto Laghi; è un sentiero anche di interesse storico in quanto si trovano testimonianze della presenza dei partigiani e delle postazioni tedesche della seconda guerra mondiale. Siamo passate vicino al campo da calcio del paese che è meraviglioso per la sua collocazione in mezzo al bosco, crediamo che non esistano molti campi da calcio così suggestivi. Abbiamo proseguito per circa 40 minuti seguendo Silvio e fermandoci spesso per respirare l’aria pulita e riempirci gli occhi e il cuore dei colori autunnali. Ogni tanto si trovano dei fiumiciattoli di acqua sorgiva, ogni tanto delle antiche madonnine di marmo, gli unici suoni erano i nostri passi sulle foglie secche, il vento tra gli alberi e l’acqua che scorreva verso valle.
Con calma siamo tornate indietro in paese dove abbiamo pranzato al ristorante Da Gian. È un posto accogliente, dove troverete piatti tipici come i tortelli ai funghi e il cinghiale in umido che vi consigliamo.
Dopo pranzo ci siamo incontrate con Erika, consigliera della cooperativa “I Briganti del Cerreto”, che è stata molto disponibile nel farci da guida e a spiegarci il loro progetto. Ci ha portato a vedere il metato del paese in funzione (per chi non lo sapesse è un piccolo edificio in pietra utilizzato per l’essiccazione delle castagne).
Il metato di Cerreto Alpi è stato donato al comune da 3 fratelli e ristrutturato grazie ai fondi europei dai Briganti. Viene messo in funzione di solito a fine ottobre/inizio novembre, al piano terra c’è una sala dove viene acceso il fuoco mentre le castagne vengono messe su una rete, fatta di cannicci, sotto il tetto, da dove passa il fumo e per 40 giorni e 40 notti rimangono lì. Durante il giorno le castagne vengono rimescolate in modo che non si brucino e la fiamma viva del fuoco viene regolata mettendoci ogni tanto della polvere fatta di bucce di castagne dell’anno prima. Una volta passati i 40 giorni, le castagne vengono sbucciate e scelte a mano, una ad una, per fare una farina di castagne di ottima qualità.
Abbiamo avuto la possibilità di vedere anche le strutture che i Briganti hanno recuperato negli ultimi anni trasformandole in accoglienti appartamenti e camere per i viaggiatori. La stalla e il metato sono appartamenti e hanno 4 posti letto ciascuno e si trovano nel centro del paese, mentre il mulino che ha 10 posti letto è distaccato, si raggiunge a piedi dal paese oppure in auto dalla statale 63 e si trova in un posto fiabesco, vicino al torrente e attorniato da alberi.
Erika ci ha mostrato la casa della sorella di Cesare Zavattini, grande sceneggiatore e scrittore del 900 che ha passato qui diversi periodi della sua vita. Ma Cerreto Alpi è anche il paese che ha dato i natali ad un altro artista, Giovanni Lindo Ferretti, conosciuto per il gruppo CCCP-Fedeli alla linea e il suo attivismo politico e civile, vive tuttora qui.  
Che dire Cerreto Alpi è un piccolo borgo ma quello che lo rende grande sono la sua natura, la sua gente accogliente e il lavoro di comunità dei suoi Briganti.
​Questo è il turismo lento, sostenibile, esperenziale e di comunità che vorremmo si sviluppasse ovunque. Questa è l’Italia che ci piace.
 

P.S.: Se volete visitare Cerreto Alpi contattate in anticipo “I Briganti del Cerreto” per organizzare al meglio la vostra visita. https://www.ibrigantidicerreto.com/​

Articolo scritto in collaborazione con:

Elena PortioliBlogSpazio Libero – Viaggi di Birra” – Facebook Pagina: “Spazio Libero – Elena Portioli” – Instagram: @ele86re

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Foto di Elena Portioli e Teresa Orefice