Questo è il racconto di un viaggio nato prima della pandemia, di un viaggio quindi rimandato per diversi anni, tanto sognato e desiderato. Ne avevo già parlato in questo articolo e finalmente il 2022 è stato l’anno giusto. Ringrazio i miei compagni di viaggio (Luca, Elisa e Andrea) e i ragazzi di Birrovagando per il Belgio per i preziosi consigli che non sempre siamo riusciti a seguire. D’altronde non si possono visitare tutti i birrifici del Belgio in sole 2 settimane.

Prima tappa: Campagnola Emilia – Stoccarda

Siamo partiti all’alba per non trovare traffico sulla Brennero ma poi l’abbiamo trovato in Austria e Germania; diciamo che in agosto di partenze “intelligenti” non esistono. A pranzo abbiamo scoperto il birrificio Joesepp’s Brauhaus di Memmingen, a circa 2 ore di auto da Stoccarda. Il birrificio ha 2 alberghi, un ristorante e organizza visite all’impianto. Le birre prodotte sono solo 4: la Helles, la Schwarz, la Weisse e la Pils. La Schwarz è beverina ma nulla di speciale, mentre la Helles è notevole.

Stoccarda ci ha accolto con il caos dei festeggiamenti del Pride. La città era in condizioni pietose, spazzatura ovunque, vetri di bottiglie rotte sui marciapiedi, un vero peccato. A cena siamo andati alla birreria Sophie’s Brauhaus dove abbiamo bevuto la loro Schwarz, beverina ma non da ricordare. Ricorderemo per sempre invece la loro “eresia birraria”, la Weisse con aggiunta di succo di banana che il Fo ha avuto il coraggio di ordinare. L’odore era tutt’altro che invitante (pesce) ma anche il gusto non era migliore. La mattina dopo siamo ripartiti verso il Belgio e abbiamo fatto sosta per il pranzo al Valentins Wirtshaus & Biergarten a Zweibrücken. Posto molto carino, in mezzo ad un parco, è l’ideale per passarci una giornata intera. Le birre proposte non sono eccezionali ma beverine quanto basta.

Seconda tappa: Stoccarda – La Roche en Ardenne

Dopo il pranzo al Valentins Wirtshaus & Biergarten di Zweibrücken ci siamo rimessi in strada per arrivare finalmente in Belgio. Arriviamo a La Roche en Ardenne facendo strade che solo Google Maps sa scovare! Il panorama però merita: colline, foreste, mucche al pascolo e temperature che abbiamo quasi freddo ma non ci attentiamo a lamentarci (dopo mesi a soffrire 40 gradi!).

La Roche è un paesino turistico ma molto caratteristico. Per goderci il panorama scegliamo di cenare e berci le prime birre belghe al “Le Quai Son“, un locale che si trova in centro e sulla riva del fiume. Da qui si può ammirare il castello dove fanno lo “spettacolo del fantasma” ogni sera alle 22 (solo a luglio e ad agosto). Il giorno dopo decidiamo di visitare il museo della guerra a Bastogne. Il museo è stato inaugurato nel 2014 e spiega in maniera molto interessante e toccante la cruenta battaglia delle Ardenne avvenuta nell’inverno tra il 44 e il 45 in cui Bastogne si ritrovò circondata dall’esercito nazista. Dopo la visita abbiamo bevuto molto volentieri la birra del Generale Patton (8,5%) per mandare giù il magone. Per rasserenarci ulteriormente siamo andati a trovare il birrificio Lupulus. Non abbiamo fatto la visita del birrificio perché le visite guidate vengono fatte durante il weekend e noi eravamo in zona in giorni lavorativi ma ci siamo comunque accontentati di assaggiare le birre nel loro giardino.

Terza tappa: La Roche en Ardenne – Namur

Lasciamo i paesaggi bucolici di La Roche en Ardenne per andare nella capitale della Vallonia, Namur. Prima però ci fermiamo alla Brasserie D’Achouffe, un birrificio giovane (per gli standard belgi), che quest’anno ha compiuto 40 anni. Il birrificio si trova in un piccolo villaggio che si chiama appunto Achouffe dove la leggenda narra della presenza di nanetti abitanti della foresta. L’atmosfera del villaggio è proprio quella delle fiabe, tutto è molto curato fin nei minimi dettagli. La visita al birrificio (molto interessante) è da prenotare con qualche settimana di anticipo online, dura circa 1 ora e mezza e include la degustazione.

Il giorno dopo ci siamo dedicati a Chimay. Il birrificio non è visitabile ma si può fare la Chimay Experience all’Espace Chimay. È una sorta di museo interattivo con la storia dell’abbazia Notre-Dame de Scourmont, la spiegazione della produzione e la mostra di oggetti vintage legati a Chimay; la visita è libera (per una visita guidata bisogna essere in un gruppo di minimo 15 persone) per questo non è proprio memorabile. Sempre nello stesso luogo c’è anche il ristorante dove si può semplicemente fare una degustazione delle birre e dei formaggi ma anche pranzare. Visto che la visita all’Espace Chimay non ci ha soddisfatto più di tanto, abbiamo aggiunto alla giornata anche l’abbazia di Maredsous. Il birrificio non è visitabile, c’è la possibilità di fare una visita guidata dell’abbazia (che non abbiamo fatto perché non era nei nostri programmi) e di bere le birre Maredsous nel bellissimo giardino. Abbiamo provato tutte e 4 le birre: la blonde, la bruin, la triple e la extra che è quella che mi ha più colpito per la speziatura. Questo posto a differenza di Chimay merita assolutamente di essere visitato e con il senno di poi gli avrei dedicato più tempo anche perché a poca distanza dall’abbazia di Maredsous c’è un’altra abbazia da visitare, quella di Maredret.

Capitolo Namur: Sarà perché è una città, sarà perché avevamo l’albergo in una zona non proprio bella (stazione), sarà forse perché abbiamo trovato il Barnabeer chiuso per ferie, insomma non ci è piaciuta molto (anche se personalmente mi è piaciuta molto di più di Liegi, altra grossa città della Vallonia). Il centro di Namur non mi è dispiaciuto ma quello che mi farà ritornare in questa città è sicuramente la birreria Le Chapitre. Si trova di fianco alla cattedrale di Namur e ha un’atmosfera unica. La selezione di birre in bottiglia è ottima e infinita ma il valore aggiunto è nel titolare che ci ha accolto e servito come se fossimo amici di lunga data. L’interno del locale non è molto grande ma accogliente e pieno di targhe vintage di birrifici e se volessi aprire un posto tutto mio, ecco lo vorrei così.

Quarta tappa: Namur – Roeselare

Dopo la visita alla Cittadella medievale di Namur, salutiamo per il momento la Vallonia e partiamo per raggiungere Roeselare, la nostra prima tappa nelle Fiandre. Il B&B dove alloggiamo si trova in un quartiere residenziale distante circa 1 km dal centro ed è una casa storica ristrutturata da Lex, il proprietario, che vive lì e condivide gli spazi comuni con gli ospiti. Lex ci accoglie calorosamente, ci racconta che i suoi genitori parlano bene italiano perchè hanno viaggiato spesso in Italia, in particolare andavano al lago di Garda, ma si scusa perchè non sa una parola; gli diciamo che con l’inglese non c’è problema, raccontiamo che abbiamo fatto fatica a trovare un posto dove alloggiare in quella zona e ci dice che è “colpa” del concerto sold out dei Rammstein che ci sarà quella sera a Ostenda, a circa 50 km da Roeselare. A Lex piacciono i festival rock/metal quindi ci troviamo subito in sintonia ma la nostra stima per lui aumenta quando ci dice che il giorno dopo non lo troveremo a casa al pomeriggio perché andrà ad una festa. Voi lascereste la vostra casa in mano a persone appena conosciute? Queste situazioni le ho vissute soprattutto viaggiando all’estero, in Italia purtroppo pensiamo sempre in modo negativo… Invidio (positivamente) lo stile di vita di Lex, non so come spiegarlo ma mi ha dato speranza.

Roeselare è una città molto carina con un bel centro, purtroppo la piazza era in fase di grossi lavori di ristrutturazione quindi non abbiamo potuto godercela come si deve. Il giorno dopo decidiamo di visitare l’Hopmuseum, il museo del luppolo di Poperinge. Il museo si trova in una struttura ottocentesca che fungeva da magazzino municipale del luppolo e si trova non tanto distante dalla suggestiva piazza del Mercato. Dopo la visita si possono bere birre locali nel cortile del museo dove si trova il DePlukker pub. La cosa più impressionante di questo museo è la collezione delle bottiglie di tutte le birre belghe, più di 2500, mai viste così tante! Nel pomeriggio torniamo a Roeselare per la visita guidata al birrificio Rodenbach. E’ la prima volta che Rodenbach propone il tour guidato di venerdì pomeriggio quindi ci siamo solo noi 4, figo! La guida, Belinda Eelbode, beer sommelier molto professionale ed esperta, ci accoglie subito con un assaggio della Rodenbach classic e ci guida nelle varie aree dello stabilimento. Quello che rende questa visita unica ed emozionante è camminare tra le enormi botti di rovere (foeders) nella Foeders room; ce ne sono ben 294, alcune con 150 anni di storia. E’ un luogo magico e, appassionati o no di birra, consiglio di fare questa esperienza.

Quinta tappa: Roeselare – Mechelen

A neanche mezz’ora di treno da Roeselare si trova la splendida Bruges, a cui abbiamo dedicato mezza giornata (consiglio di dormire qui, merita sicuramente più tempo). È una città in cui perdersi per il centro senza meta, la bellezza è ovunque. Qui si trova lo storico birrificio De Halve Mann, produttore di 2 marchi famosi come Brugse Zot e Straffe Heindrik. Il birrificio ha fatto notizia nel 2014 quando annunciò che avrebbe costruito un birradotto di 3 km per portare la birra dallo stabilimento di produzione situato in centro fino all’impianto di imbottigliamento, un progetto che ha contribuito a diminuire il traffico di camion nel centro di Bruges. Il birrificio è visitabile, ovviamente prenotando con anticipo (noi ci abbiamo provato settimane prima ma non c’era posto).

Tornando in zona Roeselare, a circa 8 km, si trova Izegem, il paese che ospita il birrificio Van Honsebrouck (più conosciuto con il nome di Kasteel). Questo birrificio è enorme rispetto a tutti gli altri che abbiamo visitato in questo viaggio, ma è comunque interessante scoprire anche realtà del genere. Dopo la visita ci è stata regalata una bottiglia a testa da 75 cl e abbiamo fatto una degustazione con la Filou e la Kasteel Rouge, birre impegnative a stomaco vuoto!

Prima di arrivare a Mechelen, facciamo tappa a Gand, altra città assolutamente da visitare e a cui dedicare tempo. Tra Bruges e Gand è una bella gara, non saprei dire quale mi sia piaciuta di più. Qui abbiamo visitato il Castello dei conti di Fiandra (Gravensteen), un castello medievale pressoché intatto e la cattedrale gotica di San Bavone dove si trova il polittico dell’Agnello Mistico.

Ma arriviamo a Mechelen… personalmente mi è piaciuta molto, non è famosa come meta turistica, forse viene anche sottovalutata ma ha la cattedrale più importante del Belgio e un bel centro. E poi qui si può alloggiare dentro ad un birrificio e noi non ci siamo fatti scappare questa occasione!

Sesta tappa: Mechelen – Leuven

In questo viaggio ci siamo concessi l’ esperienza unica di dormire in un birrificio. A Mechelen, città che si trova tra Bruxelles e Anversa, siamo stati ospiti del birrificio storico Het Anker, pluripremiato produttore del famoso marchio Gouden Carolus ma anche di Maneblusser e La Cambre. In un unico posto potete dormire (hotel), mangiare e bere (brasserie) e fare la visita al birrificio con la degustazione, mica male vero? Quando uscirete dalla vostra camera sentirete il profumo di malto nell’aria, vedrete i camion riempire le loro taniche di birra o i loro cassoni di trebbie e farete colazione con il pane fatto con le trebbie. Chi ama questo mondo non può non emozionarsi facendo questa esperienza.

Da Mechelen si può raggiungere in 20 minuti di treno la bellissima Anversa. È una città che mi ha piacevolmente sorpreso e a cui avrei voluto dedicare più tempo. La prima cosa che noterete, se arriverete in treno, è proprio la stazione, dove rimarrete stupiti dalla cupola in ferro e vetro. Fuori dalla stazione vi ritroverete nel quartiere dei diamanti e camminando per circa 15 minuti arriverete nel cuore medievale della città dove si trovano le attrazioni più suggestive come la piazza del mercato, il municipio e la cattedrale gotica. Se volete bere una buona birra l’Elfde Gebod è il posto giusto, vicino alla cattedrale, ha un’ampia distesa estiva e un interno bizzarro perché pieno di statue di santi e immagini religiose.

Lasciamo Anversa e Mechelen e ci spostiamo a Lovanio. Questa città mi è entrata nel cuore nel maggio scorso quando l’abbiamo visitata in occasione del Leuven Innovation Beer Festival (ne ho parlato qui). Nonostante la bellezza di tutte le altre città belghe visitate, posso dire che Lovanio rimane comunque in cima alla mia lista. Rimarrei ore ad ammirare il suo municipio, passerei interi pomeriggi seduta in uno dei tanti cafè nella piazza Oude Markt e trascorrerei le serate al Blauwe Kater. È veramente speciale per me.

Ultima tappa: Leuven – Liegi – Ulm

Da Lovanio si può raggiungere comodamente Bruxelles in mezz’ora di treno. La nostra intenzione era quella di visitare Cantillon ma il nostro sogno è svanito una volta arrivati là davanti: chiuso per lavori. Per mandare giù la delusione siamo andati al Poechenellekelder, il mio posto preferito a Bruxelles. La selezione di birre è impressionante ma l’aspetto più sorprendente di questa istituzione è la professionalità del personale.

Per toglierci lo sfizio siamo andati anche al Delirium cafè, ormai diventato un’attrazione turistica. È un locale enorme che ha inglobato un’intera via del centro, ha le pareti piene di cimeli birrari come targhe e vassoi vintage e una selezione infinita di birre.

Il giorno dopo abbiamo appuntamento con Jef, uno dei proprietari di Hof Ten Doormal, un birrificio agricolo che si trova nelle campagne di Haacht, a pochi chilometri da Lovanio. È una realtà completamente diversa da tutti gli altri birrifici che abbiamo visitato in questo viaggio ma è quella che ho apprezzato di più. Il birrificio è un’azienda agricola a tutti gli effetti ed è gestito dalla famiglia Janssens che produce sia l’orzo per il malto che il luppolo. Hanno anche un macchinario per maltare internamente il proprio orzo, cosa veramente rara per una realtà così piccola. Appena arrivati Jef ci accoglie subito dandoci da bere la Saison, la Kriek e la Lambiek Barbera (erano le 10 della mattina) e ci presenta il padre e il cugino che si danno il cambio durante la visita per spiegarci il loro lavoro. Parlando con i vari membri della famiglia scopriamo che sono loro gli organizzatori del Leuven Innovation Beer Festival a cui siamo stati nel maggio scorso. È tutto meraviglioso.

Dopo giorni bellissimi nelle Fiandre, torniamo in Vallonia, a Liegi. Forse è perché ci siamo stati per poche ore e abbiamo visto poco, forse sarà stata la stanchezza del viaggio ma questa città non ci ha entusiasmato.

L’indomani ci rimettiamo in viaggio verso la Germania ma non prima di fare scorta di birra belga in un supermercato dove il reparto birrario sembra un beershop. Arriviamo ad Ulm nel tardo pomeriggio e facciamo una passeggiata in centro per sgranchirci le gambe dopo le ore di auto. Il campanile del duomo (Münster) di Ulm è il più alto del mondo e dicono che per arrivare in cima ci voglia mezz’ora, ma noi siamo troppo stanchi. Poco distante dal centro troviamo un ristorante tradizionale che produce la sua birra, il Drei Kannen e passiamo l’ultima serata del viaggio nel suo giardino.

Qualche numero di questo viaggio:

2794 km in furgone (dati Google)

173 km in treno e mezzi pubblici (dati Google)

84 km a piedi (dato dal mio contapassi)

? birre bevute (dato non pervenuto)

Birrifici rimasti nel cuore: Rodenbach, Het Anker e Hof Ten Doormal

Locale del cuore: Le Chapitre di Namur

Città in cui vivrei: Lovanio