Quest’anno niente aerei, nessun viaggio lungo all’estero. Ho altri progetti a cui pensare e ho bisogno di mettere da parte risparmi, energie fisiche e mentali. È soprattutto per quest’ultimo punto che la destinazione di questi pochi giorni di stop è stata l’Alto Adige e poi il Trentino. Essere circondata dalle montagne è la mia fonte di pace.
Come sempre non può mancare il lato enogastronomico che ricerco sempre in tutti i viaggi. E infatti passando da Bolzano non poteva mancare una sosta al Batzen bräu, birrificio artigianale e ristorante che si trova proprio in centro. La proposta culinaria è molto varia ma quello che apprezzo di più sono i piatti locali tradizionali e rivisitati come i canederli.
Come birre ho assaggiato:
– Kranewitten, saison tirolese interessante, fatta con orzo prodotto in Alto-Adige, ginepro, sale e pepe;
– Ur-Porter, english Porter, precisa nello stile, che mi è piaciuta particolarmente.
Alloggiando in una pensione di Rablà, frazione del comune di Parcines che si trova tra Merano e Naturno, non si può evitare di fermarsi alla Forst. Per me non è estate senza un pranzo o una cena nel giardino Forst, è una sorta di rito.
Tornando al viaggio, avremmo voluto vedere la cascata di Parcines salendo con la funivia e seguendo il sentiero n°24 dell’Alta Via di Merano ma il meteo non è stato dalla nostra parte.
Abbiamo optato quindi per visitare una location piuttosto turistica, il Lago di Resia e soprattutto il campanile sommerso di Curon Venosta. La strada statale 38 del Passo dello Stelvio merita di essere percorsa per i paesi che si attraversano e il paesaggio arricchito da castelli, torri e chiese. Curon Venosta si trova a 1520 m di altitudine, a 5 km dal confine con l’Austria (Passo Resia) e a pochi kilometri dal confine svizzero. Essendo una giornata nuvolosa, scendendo dall’auto ci hanno accolto 11 gradi di temperatura, un toccasana dopo aver sopportato settimane a 40°.
Per vedere il campanile sommerso è stato creato un percorso circolare da fare a piedi, per farlo hanno ricavato un laghetto separato dal Lago di Resia. La vista è veramente suggestiva ma mi piacerebbe ripetere l’esperienza d’inverno quando si può raggiungere il campanile a piedi a causa del lago ghiacciato. Se ci fosse stata una bella giornata sarebbe stato interessante fare il giro del lago di Resia a piedi o meglio in bicicletta, il percorso è lungo 15 km.
Per concludere il viaggio, in fase di rientro non potevamo non fermarci a Trento (Mattarello) al Birrificio artigianale 5+, da Lucia Delvecchio, Claudio Baldini e il birraio Federico Pedrolli (qui trovate l’intervista che gli avevo fatto).
È un birrificio che seguo e bevo da 3 anni. Amo la loro filosofia di lavoro e i progetti di collaborazione che hanno dato alla luce prima alla Shirin Persia (birra allo zafferano iraniano equo e solidale) e poi alla nuova e interessante Astra, birra alla stella alpina (dell’azienda agricola Olga Casanova della Val di Sole) e miele (Mieli Thun).
Dopo l’accoglienza e la degustazione generosa di birre e prodotti locali, abbiamo seguito Federico fino a casa sua, al Maso Quadrifoglio a Terre d’Adige, dove si trovano i meleti e la sidreria Apple Blood Cider. Io ho iniziato a bere il sidro quando ho conosciuto loro, prima per me era un mondo ancora inesplorato.
Quindi vedere da vicino i meleti, assaggiare le diverse varietà di mele direttamente dalla pianta e poi assaggiare i sidri è stata un’esperienza assolutamente edificante per me e la consiglio a chi vuole avvicinarsi a questo prodotto.