Ho riesumato i vecchi appunti del viaggio fatto nel 2011 in Irlanda e Irlanda del Nord.
Qui ci sono le tutte foto del viaggio:
​ https://www.flickr.com/photos/elena86/albums/72157626460658581

09/04 Dublino
Ed eccomi in Irlanda per la 3° volta, la gente sicuramente non capirà mai le ragioni per cui sono qui ancora ma non posso avere questa pretesa. Che bello, hanno finito i lavori del terminal 2 dell’aeroporto, ora sì che si ragiona! Noleggiamo l’auto e andiamo subito alla Glenogra Townhouse, B&B in stile vittoriano nel quartiere di Ballsbridge. Cavolo, non si trova parcheggio! Troviamo un buco a pagamento, facciamo check-in e mentre io mi ambiento, i ragazzi vanno a cercare un parcheggio più comodo e magari gratis. Dopo 40 minuti tornano affaticati dopo un giro della madonna nel centro di Dublino, hanno trovato posto proprio davanti alla stazione DART di Sandymount, quella che useremo noi per andare in centro. Mentre usciamo per andare in stazione scopriamo il motivo della mancanza di parcheggio: la partita di rugby Leinster vs Leicester. Non una partita da poco ma da livello Europeo (una sorta di Champions League del rugby). Arriviamo in stazione, la partita è finita e tutti ovviamente affamati cercano la via del centro come noi. Entriamo da Eddie Rocket’s, mitica catena irlandese di “ristoranti” in stile america anni 50, gli hamburger di 100% irish beef sono fenomenali, altro che McDonald! L’unica pecca è che hanno finito la Guinness, gli avvoltoi tifosi c’hanno lasciato solo la Miller, ma va bene lo stesso… :) Nanna presto che domani si incomincia a macinare dei km sia in auto che a piedi!

10/04 sulla via di Galway
La ragazza che ci serve la colazione è dispiaciuta ma noi l’irish breakfast non la vogliamo! Salsiccia, fagioli, black pudding (sanguinaccio), uova, bacon… no, non ce la possiamo fare! Pane tostato burro e marmellata ci vanno benissimo. Il Kenny però azzarda e ordina i waffel, ottima scelta, mi pento di non averli ordinati anch’io. Check-out e partiamo verso il centro dell’Irlanda, voglio vedere Clonmacnoise! Chiese antiche, high cross, torri rotonde, finalmente qualcosa che merita di essere fotografato.​

Aggirandosi per le rovine bisogna stare attenti a non calpestare le tombe, ma ci sono persone che non si fanno questi scrupoli… ed ecco che avvistiamo i primi esemplari di italiani all’estero. Dopo la visita decidiamo di dirigerci verso sud per pranzare e rilassarci nel parco del castello di Birr, è la terza volta ma sono contenta perchè la primavera è arrivata anche qui e il parco è stupendo con tutte le sue fioriture. Il destino ha voluto che anche qui ci fossero dei ciliegi in fiore, l’amarezza riaffiora (in questo momento dovremmo essere in Giappone ma la tragedia di Fukushima ci ha cambiato i piani). C’è il sole, cielo azzurro e caldo (16°), abbiamo portato il bel tempo dall’Italia? Godiamocelo che qui si sa che non dura…
Riprendiamo la via per Galway, la mia città preferita. Gabbiani e profumo d’oceano. Alloggiamo al Flannerys Hotel, a qualche km dal centro, quindi decidiamo di usare i mezzi pubblici per non avere problemi di parcheggio e di Guinness! Il tempo è cambiato, il vento è freddo, la mia cuffia però è rimasta in hotel, soffro in silenzio finché non entriamo in una pizzeria: italiani all’estero. Ah, dimenticavo! Oggi il destino ha voluto parlarmi, oggi è il giorno del censimento qui in Irlanda e ce l’hanno fatto fare anche a noi! E’ ora di cercare casa, lavoro e imparare il gaelico?

11/04 Galway e il Burren
Niente colazione in hotel, costa troppo. Non vedo l’ora di fermarmi ad un Topaz (distributore di benzina) ed entrare nel minimarket per prendere il mio cappuccino take-away e il croissant burroso, spesa totale: 2€. I minimarket dei distributori sono fantastici perché non ci sono in Italia? Alcuni hanno anche la posta interna e il bancomat. Super-servizievoli. Puntiamo verso sud, verso la regione chiamata Burren. Prima tappa: Kinvara, per fotografare il Dunguaire Castle, la giornata è stupenda.

​Facciamo un po’ di strada costiera, mi fermerei ogni km per fare delle foto. Prendiamo la R480, ci sono pecore al pascolo in posti sperduti, finalmente raggiungiamo il Poulnabrone Dolmen. Già visto 2 anni fa, ma c’erano troppi turisti. Adesso ci siamo solo noi 3, non dobbiamo fare a botte per fare una foto decente.

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Poulnabrone dolmen, contea di Clare
​Facciamo un altro km e ci fermiamo al Caherconnel Fort. Passa una nuvola e giù acqua! Tiriamo fuori gli impermeabili ma è meglio tornare in macchina. 5 minuti e la pioggia smette, esce di nuovo il sole! Cielo limpido e vento freddo, questa volta la cuffia ce l’ho! Paghiamo il biglietto d’ingresso, la signora ci dà 3 cuffie con la registrazione della storia del luogo, in realtà sentiamo della musica classica, meglio così! E’ più suggestivo! Terminato il giro, decidiamo di pranzare direttamente lì. Cavolo, in un posto così sperduto c’è qualcuno che ci fa dei sandwich! Il figlio della signora di prima… Gestione famigliare di un luogo di interesse storico, irlandesi siete troppo avanti!​

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Caherconnell Fort, contea di Clare
​Ok, ora possiamo procedere con l’ultima tappa della giornata: le Cliffs of Moher. Anche queste già viste 2 anni fa, ma purtroppo essendoci stati ad agosto i turisti erano veramente troppi. Il vento vuole portarmi via, ogni tanto mi devo aggrappare al Lando. C’è parecchio freddo ma il cielo è limpido, spettacolari le Cliffs con un tempo del genere. Questo vento ci sta purificando i polmoni dall’aria inquinata della pianura padana. In certi momenti il vento trasporta fin sopra le Cliffs l’acqua del mare, come si fa a non innamorarsi di un posto del genere?

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Cliffs of Moher, contea di Clare
​Puntiamo ancora verso sud solo per andare a bere un tè caldo ad Ennis, capoluogo della contea del Clare per poi ritornare a Galway. Cena al mitico pub The Front Door.

12/04 Galway e il Connemara
Colazione da Topaz, si punta verso nord. Prendiamo la N59 verso Oughterard e ci fermiamo per vedere il Aughanure Castle.
Parcheggiamo e ci viene incontro la guida, un cane simpatico che ci segue fino al castello purtroppo chiuso, siamo in bassa stagione! Facciamo comunque qualche foto.
Ripartiamo e costeggiamo il Lough Corrib, il lago più grosso di Irlanda. Arriviamo a Cong, un paesino di massimo 200 anime nella contea di Mayo, e visitiamo la Cong Abbey… ecco inizia a piovere!

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Abbazia di Cong, contea di Mayo
​Ci rifugiamo in un pub visto che è anche ora di pranzo! 2 vecchi seduti al bancone parlano in gaelico, noi prendiamo posto di fianco al camino, la tv è accesa su al-jazeera, ascoltiamo il programma di sport in arabo con il commentatore che parla del campionato italiano: globalizzazione?
Ripartiamo per finire la circumnavigazione del Corrib, sfogliando la guida Routard scopro che vicino ad Headford c’è un abbazia francescana in buono stato di conservazione, la mia Lonely Planet non la cita nemmeno, si chiama Ross Errilly Friary. Troviamo la strada per arrivarci, una stradina in mezzo a campi e pascoli. L’abbazia sembra infestata di fantasmi, il vento fischia tra le fessure delle finestre, ci siamo solo noi 3… è inquietante. Stiamo attenti a non calpestare le tombe antiche, ci perdiamo tra i cunicoli, sembra un labirinto. Troviamo delle bottiglie vuote di birra e vino, ci sono persone che non hanno paura a venire qui per divertirsi. Troviamo anche una tomba molto recente, questa persona voleva riposare in un posto sperduto e tranquillo ma non ci è riuscita. Ritorniamo alla macchina, io ho i brividi, questa volta non per il freddo.
​Si torna a Galway, facciamo un giro per il centro, passiamo davanti la cattedrale, il cielo è grigio ma la pioggia sembra risparmiarci. Andiamo nel centro turistico per prendere qualche informazione sul nord-ovest visto che domani la bussola sarà puntata lì dopodiché ci fermiamo nel pub dell’Eyre Square Hotel. Il ritorno in albergo è stato fantastico, sbagliamo a prendere l’autobus, facciamo il giro di mezza Galway per ritornare al capolinea in Eyre Square. Decidiamo di prendere un taxi :)

13/04 sulla via di Sligo
Colazione da Centra (minimarket), puntiamo ancora verso nord. Prima tappa Strandhill, un piccolo paese di 1000 abitanti  sull’Atlantico, paradiso dei surfisti, ci sono delle onde impressionanti!
Decidiamo di raggiungere Sligo per il pranzo per poi fare il giro attorno al Lough Gill e fermarci al Parke’s Castle, purtroppo chiuso per la bassa stagione. Facciamo qualche foto e puntiamo verso Rosses Point dove alloggiamo nel pacchianissimo Yeats Country Hotel, il panorama da qui è stupendo. Ceniamo in hotel, lascio i 2 uomini in bar e visto che fuori c’è ancora luce esco a fare qualche foto.

​Ci sono ancora dei vecchi sul vicino campo da golf, come fanno a giocare con un freddo del genere? Ci saranno 6/7 gradi non di più, ma c’è una pace infinita… Ritorno in hotel, le mogli dei golfisti giocano a bridge vicino al camino e bevono latte e cognac, l’età media è sui 70, scene fantastiche… Vado in camera e le inservienti dell’hotel (anche loro attempate) cercano di attaccare bottone con i ragazzi che sono ancora al bar… ahahah! :)

14/04 sulla via di Letterkenny
Colazione in hotel, cavolo se è pacchiano… E’ un incrocio tra il Vittoriale di D’Annunzio ma senza la sua classe e una casa vittoriana, i motivi della moquette sono improponibili, ci sono colonne di finto marmo verde sparse qua e là, è proprio un posto da vecchi golfisti. Lo scenario però è stupendo. Anche qui la cameriera è stranita dal nostro rifiuto dell’irish breakfast, solo pane tostato e tè grazie! Partiamo per la contea del Donegal. Facciamo una piccola deviazione per raggiungere Mullaghmore, facciamo una strada panoramica sull’Atlantico, ci fermiamo diverse volte per fare delle foto.

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Mullaghmore, contea di Sligo
​Poi puntiamo per Donegal e infine seguendo le indicazioni della mia Lonely Planet imposto il navigatore per Maghery. E qui viene il bello, il navigatore giustamente ci porta a Maghery ma per la mia Lonely Planet si trova vicino ad Ardara e alle Assarancagh Waterfall che volevamo appunto vedere. In realtà Maghery si trova più a nord verso Dungloe. Per qualche ora non riesco a capire se mi sono sbagliata io o la mia Lonely. Fatto sta che a Maghery siamo finiti su una strada bianca, larga quanto la nostra macchina, panoramica e in certi punti a strapiombo sull’oceano… E giù il rosario di madonne del Lando, ogni tanto interrotto da preghiere per far sì che nessuna macchina venisse dal senso opposto, il tutto registrato dalla fotocamera del Kenny. Poche indicazioni stradali e quelle che c’erano erano in gaelico: Go n-éiri’ leat (buona fortuna)! Appena usciti dal nulla e trovata la strada principale ci fermiamo ad un Supervalu (centro commerciale) per pranzare e rilassarci dopo il rally into the wild! Poteva andar peggio: poteva piovere! :) Anche 4 anni fa quando siamo venuti nel Donegal c’eravamo persi. E’ impossibile non perdersi! E’ tutto sperduto qui! Riusciamo finalmente ad arrivare a Letterkenny, facciamo check-in al Letterkenny Court Hotel e facciamo un giro per il paese. Ceniamo al Dillon Pub. In camera accendo il pc portatile, c’è il wi-fi gratuito e la prima cosa che faccio è andare su google maps per cercare Maghery, non mi sono sbagliata io ma la mia Lonely Planet! Chi ha scritto il paragrafo su Maghery deve aver bevuto troppa Guinness!!

15/04 Letterkenny, la Fanad Peninsula e l’avventura di Portsalon
Colazione in hotel, no l’irish breakfast non la vogliamo, ci dispiace. Partiamo per vedere la Fanad Peninsula. Scenari stupendi, ci fermiamo un tot di volte a fare delle foto. A 4 km da Portsalon la frizione della nostra Opel Insigna decide di morire. Troviamo un’area di sosta anche panoramica sulla spiaggia di Ballymastocker e chiamiamo la Herzt per spiegargli l’accaduto. Ci dicono che ci mandano un carroattrezzi.

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Ballymastocker Beach, contea di Donegal
​Dopo 1 ora e mezza il tipo del carroattrezzi ci dice che non ci trova, noi abbiamo il navigatore e le coordinate gps ma lui no, ci chiede se riusciamo a spostarci da lì ed avvicinarci a Portsalon. Ci proviamo, la strada è in discesa, il cambio è fermo sulla prima… Riusciamo ad arrivare all’area di sosta successiva, dove troviamo una mappa del luogo. Gli ritelefoniamo, gli spieghiamo dove siamo, dopo 5 minuti arriva. Lui è di Dunfanaghy, si è fatto un tot di strada. Prova a vedere se riesce a riparare il guasto ma la cosa è troppo grave, carica l’auto, e ci carica tutti e 3 ma uno di noi deve restare a Portsalon e gli altri 2 andare con lui all’aeroporto di Derry dove c’è la filiale più vicina (78 km) della Herzt per fare le pratiche e sostituire l’auto. Il Kenny decide di rimanere a Portsalon, è ora di pranzo, ci sarà sicuramente un pub ad accoglierlo. Durante il tragitto chiacchieriamo con l’irlandese del più del meno, gli spieghiamo il tragitto del nostro viaggio, le differenze tra l’Italia e l’Irlanda, ecc… Quando passiamo il confine ci spiega che fino a pochi anni fa c’era il posto di blocco della polizia a controllare chi entrava e usciva dall’Irlanda del Nord, ora per fortuna non c’è più.
Vediamo Derry dal Foyle Bridge, mi sembra una bella città. Arriviamo all’aeroporto, c’è William della Hertz ad aspettarci. Ci chiede cosa è successo e si mette al telefono con la Hertz di Dublino. Mentre è al telefono ne approfitto per fare bancomat e ritirare delle sterline anche perchè domani siamo a Derry. L’aeroporto  è minuscolo ma è comodo per chi abita in questa zona, soprattutto per gli abitanti del Donegal. Ryanair qui regna sovrana. Bene, ci danno la nuova auto, una Mazda 6. Mangiamo un panino caro e freddo al bar e ripartiamo subito per Portsalon. Stiamo attenti ai limiti di velocità fino al confine perchè sono scritti in miglia e non in km in questa parte d’Irlanda. Arriviamo a Portsalon verso le 4 e mezza, recuperiamo il Kenny che incomincia a raccontarci le sue ore tra il pub, l’ubriaco che ha cercato di attaccargli pezza, la fuga dal pub e il giro turistico per Portsalon. Aiuto che giornata! Torniamo a Letterkenny, doccia e cena al pub. Lasagne! Mica male. I piatti italiani all’estero vanno provati!

16/04 Derry-Londonderry (the Stroke City, la città trattino)
Colazione in hotel, la cameriera sa già cosa portarci. Si parte per Derry, però prima facciamo un giro per la Inishowen Peninsula, bei paesaggi. Arriviamo a Derry verso ora di pranzo, parcheggiamo l’auto vicino al B&B Serendipity House e ci incamminiamo per il centro. Attraversiamo il Brooke Park, vediamo l’imponente cattedrale cattolica di St.Eugene. Ok, quindi il nostro B&B è in un quartiere cattolico. Non è una cosa da sottovalutare, non è un dettaglio in questa parte d’Irlanda. 2 anni fa ho letto il libro “Un’isola per due” di Aidan Sweets, finalmente capisco quello che scriveva. Entro in un negozio a comprare un portafoglio che costi poco per dividere gli euro dalle sterline. Camminando ci ritroviamo al Diamond, la piazza formata dall’incrocio delle strade principali del centro. Ci fermiamo a mangiare un sandwich. Notiamo dalle vetrate un poliziotto che sta facendo delle multe, ha il giubbotto anti-proiettile. Meno male che la mia Lonely dice che da quando c’è stato l’accordo del venerdì santo nel 1998 non ci sono più problemi, incomincio a non fidarmi più di quello che c’è scritto… L’atmosfera è decisamente un’altra! Decidiamo di fare una passeggiata sulla cinta muraria che circonda il centro di Derry e incominciamo a notare le divisioni: il quartiere protestante di Waterside oltre il fiume, con i marciapiedi blu-bianco-rossi, le bandiere inglesi e il murales del loro simbolo, la mano rossa dell’Ulster; e il quartiere cattolico di Bogside con le bandiere irlandesi e i murales di Rossville Street, YOU ARE NOW ENTERING FREE DERRY. Decidiamo di entrare nel Tower Museum, io ne esco sconvolta dopo aver visto il video finale di 20 minuti sui Troubles. Troppi morti ci sono stati per questa cazzo di guerra di religione/dominio. E’ tardo pomeriggio e decidiamo di fare check-in. Suoniamo il campanello del B&B ma non c’è nessuno, aspettiamo… per fortuna non piove. Finalmente dopo un quarto d’ora arriva uno dei proprietari. Il B&B è praticamente nostro, ci siamo solo noi. La camere sono minuscole ma abbiamo una bellissima vista sul quartiere di Bogside. Sulle pareti delle scale sono appese le foto dei murales, un Che Guevara dai colori irlandesi, il passato è ancora troppo doloroso e vicino. Verso le 6 e mezza usciamo, abbiamo fame. Notiamo che i negozi sono già tutti chiusi e che hanno tutti le serrande chiuse. Nessuna vetrina è esposta. Brutto segno. Ci sono tanti take-away, perchè? La risposta ci arriva appena arriviamo in centro, svoltiamo in una via di pub, vediamo delle brutte facce. Tanti ubriachi anche anziani. Un vecchio ci segue e ci attacca pezza. Sa qualche parola di italiano, ci chiede da dove veniamo. “Reggio Emilia? Allora siete rossi! Siete quella parte d’Italia che vuole salvarsi da Berlusconi. Ma perchè è ancora al governo? Dopo 15 anni non avete ancora capito? E il bunga-bunga?” eh… Mentre parliamo alle nostre spalle arriva un’auto, si ferma, scendono 2 poliziotti con giubbotto anti-proiettile e mitra, si guardano attorno, vanno dagli ubriachi molesti e poi entrano in un pub. Dove siamo finiti? Dov’è la pace? Ho capito perchè il vecchio c’ha attaccato pezza, ha capito che non eravamo del posto e che andavamo in una via dove non dovevamo andare e in un qualche modo c’ha tenuto lontani dalla brutta gente. Almeno io la penso così… Dopo queste scene, mantengo il sangue freddo, finalmente ci congediamo dal vecchio e ci infiliamo in un take-away di pizza. Non servono alcolici, capiamo subito il motivo ma a noi ci va bene anche una coca-cola. Mangiamo sul posto e prendiamo un taxi, i ragazzi sono molto agitati, cerco di calmarli. La domanda che si fanno è: se Derry è così, Belfast come sarà? Ci fermiamo nel salotto del B&B, guardiamo un pò di tv e cerchiamo di far funzionare il wi-fi. Arriva uno dei proprietari, ci chiede come và e ci da finalmente la password per il wi-fi gratuito per connetterci ad internet con i portatili. Ci chiede se usciamo. No, siamo stanchi… di questo clima di tensione. Ci porta un muffin al cioccolato, grande! Decidiamo che domani sera prenderemo la cena ad un take-away.

​17/04 Derry-Londonderry, Bushmills e la Giant’s Causeway
Colazione in B&B, c’è la moglie del proprietario, ci chiede dove abbiamo intenzione di passare la giornata e ci da qualche indicazione. Impostiamo il navigatore su Bushmills. Ci fermiamo a Downhill per vedere un palazzo abbandonato e il Mussenden Temple a strapiombo sul mare.
​Proseguiamo e ci fermiamo al Dunluce Castle. Stupendo. Il cielo è per metà minaccioso e per metà limpido. Questo castello è più che a strapiombo sul mare, infatti le cucine sono crollate e affondate nel 1639 assieme a 7 servitori.​
​Questi luoghi fanno dimenticare i problemi ma appena passi in mezzo a qualche paesino ecco che ritrovi i marciapiedi blu-bianco-rossi. Non hanno senso. Ci facciamo un sandwich allo Sweeny’s Wine Bar a Portballintrae e proseguiamo per Bushmills.  Raggiungiamo la Old Bushmills Distillery. Visita guidata nella distilleria di whiskey più antica del mondo. Ci portano nel magazzino delle botti, c’è un profumo buonissimo. E’ domenica e gli operai sono a casa, le linee dell’impianto di imbottigliamento sono vuote ma ci fanno vedere un video di come si lavora durante la settimana. Finalmente è arrivato il momento della degustazione. Ordino un 12 anni. Il Kenny un’8. Il Lando deve guidare e ci invidia ma assaggia comunque. E’ meglio che prendo un muffin per non avere lo stomaco vuoto. Facciamo un giretto nel negozio e poi di nuovo in macchina.​
​Pochi km e parcheggiamo l’auto. La Giant’s Causeway ci aspetta. Il sentiero è circondato da greggi di pecore. Facciamo i 162 gradini di Shepherd. Che fatica. Meno male che ho delle scarpe comode, ma vedo tante donne con ballerine, stivali con tacco… ma come fanno? Rischiano la vita. Il sentiero per l’organo è interrotto, proseguiamo allora per le wishing chair. Ma quanti turisti ci sono?? E ad agosto che casino ci sarà? Mi passa la voglia di far foto. Mi siedo e aspetto, cosa non lo so. Poi mi avventuro e mi avvicino pian piano alle rocce bagnate. Ci sono dei cretini con macchine fotografiche da migliaia d’euro che sfidano le onde, spero che li travolgano. Le onde sono alte e violente, mantengo la distanza di sicurezza. Arriva un’onda più alta delle altre, ho paura, scappo. Sento le urla di adrenalina di quei cretini. Fate pure. Io voglio rimanere all’asciutto.
​Riprendiamo il sentiero, questa volta è in salita. Le gambe tremano per lo sforzo. Rifacciamo i 162 scalini. Alla fine c’è una panchina che ci aspetta. 5 minuti per riprendere fiato. Sudo, tolgo la giacca e la sciarpa. Il cielo è di un blu stupendo. Per una che abita nella pianura padana dove il cielo è grigio anche quando c’è il sole è uno spettacolo. Ritorniamo all’auto. Ripassiamo per Bushmills e decidiamo di fermarci al Centra, ci facciamo fare 3 sandwich per la sera. Puntiamo dritti per Derry. B&B, ci sediamo a tavola e mangiamo tranquilli. Siamo abbastanza stanchi.

18-19-20/04 Belfast e il muro
Colazione e partenza. Diretti a Belfast. Arriviamo e parcheggiamo vicino al Days Hotel ma è troppo presto per fare check-in. Vediamo che lì vicino c’è un murales che dice: “YOU ARE NOW ENTERING LOYALIST SANDY ROW HEARTLAND OF SOUTH BELFAST ULSTER – FREEDOM FIGHTERS” Stai entrando nell’unionista (protestante) Sandy Row, cuore del sud di Belfast e dei combattenti della libertà dell’Ulster (Irlanda del Nord). C’è l’immagine di un’uomo incappucciato con in mano un mitra, la cosa ci rassicura assai… Decidiamo di andare in centro a piedi. Ma quanta gente c’è in giro? Non lavora nessuno? Tutti in ferie? Arriviamo in Victoria Square e facciamo un giro nel centro commerciale. C’è Costa Coffee, ci fermiamo per mangiare qualcosa. Nel pomeriggio decidiamo di fare i turisti come si deve e prendiamo il City Sightseeing, l’autobus a 2 piani che fa il giro turistico di Belfast e che ti permette di scendere e salire quando e dove vuoi. Vediamo il centro e poi vediamo un muro alto 6 metri chiamato “the Peace Line”, ci spiegano che divide il quartiere di Shankill protestante da quello dei Falls cattolico. E’ stato eretto nel 1970, è lungo 4 km e quasi tutti i varchi vengono chiusi dalle 17 alle 8. Se dopo 41 anni è ancora in piedi i problemi ci sono ancora, penso io. Entriamo nella West Belfast. I murales, i lotti di terreno vuoti e gli edifici fatiscenti fanno capire che le ferite dei Troubles non sono ancora emarginate. Sembra che a Londra non gli importi nulla di questo angolo di regno. Scendiamo alla fermata vicino all’hotel, facciamo il check-in. Decidiamo di andare a cena al vicino Subway e di non tornare troppo tardi in hotel. Non abbiamo paura ma non siamo del tutto tranquilli.​

​Il mattino dopo andiamo a fare colazione al Caffè Nero, una catena di caffè in stile italiano. Musica classica, croissant e cappuccino. Fantastico. Facciamo un giretto per il centro e decidiamo di prendere di nuovo il City Sightseeing per completare il giro di Belfast che il giorno prima non abbiamo finito. Mentre aspettiamo che il bus arrivi notiamo passare un mezzo della polizia corazzato. Fare il poliziotto non è un bel mestiere qui. Saliamo sul bus e la prima tappa è il nuovo e ancora incompleto Titanic Quarter, poi ci dirigiamo verso Stormont per vedere la Parliament House. All’entrata del viale d’accesso alla Parliament House il bus si ferma e fa salire un poliziotto che controlla che non ci siano brutte facce a bordo. Tutto ok, possiamo procedere con il tour. Ritorniamo in centro e scendiamo. Al centro commerciale di Victoria Square mangiamo qualcosa e poi ci infiliamo da Starbucks. Ci rilassiamo sulle poltrone guardando il viavai di persone dalle vetrate. Dopo 2 ore di cazzeggio torniamo in hotel. In camera accendo la tv, ascoltando il tg capisco che la notte prima hanno sventato un’attentato proprio a Belfast. Un’uomo avrebbe chiamato la polizia verso mezzanotte dicendo che una donna era stata aggredita. La polizia quando è arrivata sul posto non ha trovato nessuno, solo un’auto parcheggiata. Quell’auto era la bomba che è stata disinnescata solo nelle prime ore della mattina. Calma e sangue freddo. Poi un’altra notizia questa volta su Derry, hanno trovato dell’esplosivo in una strada dove stavano facendo dei lavori. Ma non erano finiti i Troubles? Il Lando guarda fuori dalla finestra, mi chiama. Fuori l’hotel ci sono 5 poliziotti armati che fermano tutti i furgoni che passano in strada. Stanno lì mezz’ora e poi vanno via. Questa non è Irlanda. In Irlanda, la Garda (polizia) non è armata, significa che c’è tranquillità. Qui invece non si scherza. Ci facciamo coraggio, andiamo da Subway e ritorniamo presto in hotel. Non riesco a dormire. Ogni tanto sento le sirene della polizia.
Mattina, Caffè Nero mi tranquillizza con la sua musica classica. C’è a dispozione dei clienti il giornale da leggere, il Belfast Telegraph, lo prendo. Incomincio a sfogliare. Solo un’articoletto di 10 righe su quello che è successo 2 notti fa. Il resto è dedicato al matrimonio reale. La cosa mi fa schifo. Gli inglesi parlano tanto dei nostri problemi e poi i loro li nascondono e li censurano parlando d’altro. God save the queen! Andiamo al Victoria Centre, oggi non abbiamo voglia di fare nulla. Mangiamo da Costa e poi ci infiliamo da Starbucks. Passiamo lì qualche ora. E’ bello oziare. Torniamo in hotel e decidiamo di cenare lì. Che palle, sti inglesi ci guardano dall’alto al basso. Gli irlandesi non sono così. Ribadisco questa non è Irlanda. Per fortuna mangiamo bene. Lascio i ragazzi mentre bevono una birra e vado alla postazione pc a pagamento dell’hotel. Guardo su google news uk e ireland per vedere se trovo qualche notizia sull’attentato… Trovo solo un’articoletto sul sito di RTE, la televisione irlandese. Cavolo siete più bravi di noi italiani a censurare, complimenti! Meno male che domani mattina si parte per Dublino.
21-22-23/04 Dublino e il problema del Good Friday
Ci lasciamo alle spalle la tensione e i problemi che rovinano questa parte d’Irlanda. Finchè non si viene qui non si può capire. Arriviamo finalmente a Dublino. Facciamo check-in al Sandymount hotel, vicino all’Aviva Stadium. Abbiamo la DART comoda con la stazione di Lansdowne Road. Andiamo in centro. E’ già ora di pranzo, siamo ormai dei clienti fidelizzati di Costa. Decidiamo anche qui di fare i turisti come si deve e quindi prendiamo il City Sightseeing. Fermata obbligatoria alla Guinness Storehouse. Yes! Usciti dopo aver fatto shopping allo store, il bus è full quindi prendiamo un taxi per tornare in centro. Parlando con il taxista ci informa che domani è il Good Friday (venerdì santo) e che quindi i locali che servono alcolici saranno chiusi, Temple Bar sarà tutta chiusa. Shock. Andiamo al centro turistico e ci facciamo dare la lista di tutti i luoghi d’interesse che saranno chiusi domani. La Old Jameson Distillery è nella lista. Però sono già le 5 e mezza, oggi non riusciamo più ad andarci. Che palle! Neanche in Italia dove abbiamo il Vaticano chiudono i bar per il venerdì santo. E’ una scelta personale se bere o no. Invece qui è così. Ok. Cosa facciamo? Andiamo a Temple Bar oggi che troviamo i pub aperti. Andiamo all’Hard Rock Cafè e ceniamo lì. Notte.
Mattina colazione da Costa. Tra un po’ ci chiamano per nome. :) Saliamo sul bus per finire il giro turistico di Dublino. Finalmente vedo cose che non ho mai visto. Ritorniamo in centro. Dove pranziamo? Eddie Rocket’s! Grande! Qui servono birra anche di venerdì santo. Come usare l’ultimo pomeriggio? Shopping di souvenir! Uffa le vacanze sono agli sgoccioli. Ceniamo in hotel e poi ci spostiamo nel bar. Anche qui se ne fregano del good friday. Mi bevo un coca e jameson per consolarmi. Si avvicina a noi un signore, ci chiede di dove siamo e ci dice che è il padrone dell’albergo. Grande! Ci chiede se ci troviamo bene e che posti abbiamo visto. Poi si congeda e ci stringe la mano e va a chiacchierare con quelli dell’altro tavolo. Lui sì che è irlandese!
Mattina di sabato. Valigie pronte. Andiamo verso l’aeroporto. Riconsegnamo l’auto. Facciamo il check-in. Altro segno del destino: il mio biglietto non viene stampato. Devo rimanere qui, mi dispiace! Invece no, me lo ristampano al banco. Vogliono a tutti i costi rispedirmi in Italia. Facciamo colazione e andiamo al gate. Arrivederci Irlanda, mi manchi già (ma solo quella vera).